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Marche e Lavoro i numeri mentono?

approfondimenti UILM

Marche e Lavoro i numeri mentono?

Proviamo a leggere i dati Inail nel periodo 2018 – 2022 nella Regione Marche ed a fronte dell’esattezza dei dati cercheremo di raggiungere conclusioni soggettive.

Quanto scriviamo in questo articolo nasce dalla curiosità di capire come attraverso i mezzi di comunicazioni varie personalità ed opinionisti dell’ultima ora, arrivano a conclusioni diverse partendo dagli stessi dati.

Lungi da noi pensare di essere portatori di verità assolute e sicuramente non siamo portatori di metodi di analisi infallibili ed incontestabili, ma aggiungiamo un’altra voce al coro cacofonico di studiosi o presunti tali, la voce di un operaio metalmeccanico.

Operaio metalmeccanico che sicuramente è portatore di molti dubbi, molte domande e pochissime certezze.

Distretti produttivi Marche
Fig.1 - Distretti produttivi Marche

La regione Marche divisa in 5 province nel tempo si è distinta per aver sviluppato distretti industriali.

In fig.1 il dato cartografico elaborato dalla Regione Marche, aggiornato all’anno 2009.

Scaricabile in formato pdf al link Regione Marche

 

Nel quinquennio in oggetto (2018 – 2022) il numero di lavoratori totali registrati in baca dati Inail su Industria e Servizi (dati aggiornati al 31/10/2023) dopo la flessione del 2020 cresce nel 2021 superando in valore assoluto nel 2022 il numero di lavoratori del 2018, come mostrato in fig.2

Fig2- Numero Lavoratori Marche

Nello stesso periodo nel numero ditte si ripete la flessione nel 2020 e cresce nel 2021 e nel 2022 ma non si ristabiliscono i valori del 2018, perdendo il 0,99% di aziende, come riportato in fig.3

I trend di crescita sia del numero di dipendenti e il numero di ditte in regione Marche sono in rallentamento o in decrescita rispetto ai trend nazionali come mostrato in fig.4 e fig.5.

Fig3 - Numero ditte Marche

Aggregando i dati nella macro regione Centro, composta da Lazio, Marche, Umbria e Toscana e considerando i redditi imponibili annui dichiarati dalle aziende ai fini della determinazione degli importi dei premi Inail, la Regione Marche e fanalino di coda per redditi dichiarati e per numero di dipendenti nell’anno 2022. Il sistema produttivo marchigiano rappresenta il 2,2% del numero di dipendenti nazionali e il 10% nella macro regione Centro su Industria e Servizi (dati aggiornati al 31/10/2023).

Il numero di dipendenti per 100.000 abitanti vede la regione Marche terza davanti l’Umbria e dietro la Toscana e il Lazio.

Fig8 - Retribuzione media Italia
Fig9 - Retribuzione media Centro

Di seguito la tabella dati numero di lavoratori ed abitanti nella macro regione Marche nel 2022

Centro

N. abitanti

Numero Lavoratori

Numero lavoratori per 100,000 abitanti

 

 
  

Toscana

3.661.981

1.154.178

31518

  

Umbria

856.407

226.639

26464

  

Marche

1.484.298

421.800

28417

  

Lazio

5.720.536

2.314.502

40460

  

Esemplificate nella fig.10 e fig.11

Fig10 - Demografia Lavoratori Centro
Fig11 - Lavoratori Centro x 100000 abitanti

Nel quinquennio in esame, l’impatto pandemico del covid nel 2020 è stato riassorbito come numero di lavoratori tra il 2021 – 2022, ma non altrettanto accade per le aziende che calano e non raggiungono i valori del 2018.

Una riflessione va fatta sul reddito medio, determinato come rapporto tra importo retribuzione annuo dichiarato e numero di dipendenti, all’aumento del numero di dipendenti non corrisponde un eguale aumento dell’importo della retribuzione.

Quindi nasce il dubbio sulla qualità dei rapporti di lavori instaurati, sulla applicazione dei CCNL sottoscritti dalle sigle sindacali più rappresentative e sulla tipologia di contratti.

Per analizzare più in profondità i dati, vediamo l’analisi per Tariffa Inail, cosi distinte:

 

  • GG1 Lav. agricole e alimenti
  • GG2 Chimica, carta e cuoi
  • GG3 Costruzioni e impianti
  • GG4 Energia e comunicazioni
  • GG5 Legno e affini
  • GG6 Metalli e macchinari
  • GG7 Mineraria, rocce e vetro
  • GG8 Tessile e confezioni
  • GG9 Trasporti e magazzini
  • GG0 Attività varie
Tab1 - Tariffe Inail

Marcello, guardia del re e compagno d’armi del principe Amleto, avrebbe detto “C’è del marcio nelle Marche”

Fig12 - RAL Medio Marche

I valori nelle tariffe GG3, GG1, GG8 e GG9 sono al di sotto dei 20.000 €, tra i 20 mila e 21 mila € le tariffe GG5, GG9 e GG7. Tra 21 mila e i 23 mila € i settori GG6 e GG0, rimangono le tariffe GG2 e GG4 al di sopra dei 23 mila €.

Il reddito medio lordo annuo definito come precedentemente descritto, non è un riferimento economico reale del reddito lordo reale percepito dai lavoratori, visto che il dato aggregato del numero dei lavoratori dichiarato comprende anche contratti a tempo determinato e rapporti di lavoro atipici. Al fine di una analisi più corretta sarebbe utile fare una media con le ore lavorate in modo da determinare una paga oraria media, ma il dato non è in nostro possesso. Ma sicuramente il reddito medio è un indice di qualità del tipo di rapporto lavorativo instaurato, dato che tanto più basso è il reddito tanto è più precario il lavoro, la qualità e la retribuzione.

Cerchiamo di approfondire ulteriormente nell’anno 2022 questi dati ed in particolare nella tariffa INAIL GG6 Metalli e macchinari Marche e nelle province.

La tariffa INAIL GG6 non comprende tutte le categorie dove vengono applicati i contratti CCNL dei settori metalmeccanici, ma possono dare un buon riferimento nell’analisi territoriale.

Se prendiamo il CCNL INDUSTRIA METALMECCANICA E DELL’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI nell’anno 2022, considerate 13 mensilità, ha un tabellare da contratto come segue:

Tab2 CCNL metalmeccanici 2022

Prendiamo a riferimento il CCNL INDUSTRIA METALMECCANICA E DELL’INSTALLAZIONE DI IMPIANTIperché – secondo i più recenti dati dell’Inps – riguarda più di 1,5 milioni di lavoratori e di lavoratrici in 30 mila aziende che nel 2022 hanno prodotto l’8% del Pil italiano, rappresentano il 6,2% dell’occupazione e il 45% delle esportazioni del nostro Paese, mentre se si fa riferimento al solo settore manifatturiero, la metalmeccanica rappresenta quasi il 50% del valore aggiunto e il 44% dell’occupazione industriale.

Il reddito medio nel 2022, determinato come rapporto tra importo retribuzione annuo dichiarato e numero di dipendenti, nella tariffa INAIL GG6 Metalli e macchinari è di   21.221,50 € nelle Marche e quindi si attesta al disotto del livello D2 (ex 3°) del minimo tabellare CCNL citato.

Fig13 GG6 Metalli e macchinari 2022 province

Per completezza di informazione e lasciando l’approfondimento al lettore alleghiamo le tabelle provinciali dettagliate per grande gruppo Inail GG6

Tab3 GG6 Ancona
Tab4 GG6 Ascoli Piceno
Tab5 GG6 Fermo
Tab6 GG6 Macerata
Tab7 GG6 Pesaro Urbino

Confrontando i dati con il CCNL INDUSTRIA METALMECCANICA E DELL’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI, ancora una volta ci si rende conto che oltre che essere uno strumento necessario per stabilire una retribuzione minima, ma è anche uno strumento che va oltre al suo valore economico, perché è nel CCNL che si stabiliscono diritti e doveri delle parti contraenti, ferie, permessi retribuiti, inquadramento, formazione e sicurezza e salute, malattia, congedi parentali ed altro che se non quantificabile economicamente è altrettanto importante perché incide sulla qualità di vita dei lavoratori e delle lavoratrici.

Il 30 giugno 2024 scade il Ccnl Federmeccanica–Assistal firmato unitariamente da Fim, Fiom e Uilm.

Nel rinnovo la UILM insieme le altre sigle sindacali di comparto, nella piattaforma presentata il 30 maggio 2024 ed approvata precedentemente a larga maggioranza dai lavoratori e lavoratrici su tutto il territorio nazionale, con una grande partecipazione al voto, tra i punti focali che sono il salario e l’orario di lavoro, sono sfidanti anche i punti sull’occupazione e il mercato del lavoro.

Per migliorare la qualità del lavoro e l’efficienza dell’azienda le sigle sindacali metalmeccaniche presentano una piattaforma sfidante e sono significative le parole del Segretario Generale Nazionale UILM Rocco Palombella “Insieme a Fim e Fiom abbiamo elaborato una piattaforma che i lavoratori hanno approvato con oltre il 90% di consensi e che presto sottoporremo alla controparte. Al centro delle nostre richieste l’aumento salariale sui minimi di 280 euro al livello medio e la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali, da estendersi poi a tutto il settore. In questo modo vogliamo da un lato restituire ai lavoratori il potere d’acquisto perso con l’inflazione, dall’altro avvicinare i giovani al lavoro industriale, bilanciando meglio la vita e il lavoro, e anche affrontare le sfide all’orizzonte come quelle della transizione e dell’intelligenza artificiale”.

Pensiamo – dice ancora Palombella – che la riduzione dell’orario di lavoro possa essere uno degli strumenti concreti per la gestione delle crisi industriali. Sono importanti tutti gli 11 capitoli della piattaforma contrattuale tra questi anche l’inquadramento professionale, il welfare, la salute e sicurezza, le pari opportunità, gli appalti, le relazioni industriali, la formazione e la partecipazione”.

“Il rinnovo del CCNL dovrà servire a tutelare i lavoratori metalmeccanici e tutti i loro diritti acquisiti migliorando sempre di più le condizioni di lavoro e di vita. Siamo convinti – conclude – che ancora una volta saremo in grado di rompere i pregiudizi e porteremo a casa un buon contratto”.

 

Gli indici presentati e in particolar modo quello riferito al reddito mettono in evidenza una qualità a bassa specializzazione e precarietà del lavoro, altre deduzioni non vorrei fare perché altrimenti vorrebbe dire che non vengono applicati contratti come quello dei metalmeccanici.

 Nella nuova piattaforma CCNL è confermato che il contratto a tempo indeterminato e di apprendistato rimangono le principali forme di assunzioni nei luoghi di lavoro. Inoltre va rafforzato e maggiormente diffuso l’utilizzo del contratto di apprendistato duale per irrobustire la sinergia tra scuola e lavoro e l’aumento della presenza di giovani con competenze nel settore metalmeccanico anche attraverso il confronto con la Rsu in cui vengano valutate le possibilità di assunzione di apprendisti. 

Gli interventi legislativi in materia di mercato del lavoro hanno modificato le norme che regolano il ricorso alle diverse forme di lavoro flessibile non a tempo indeterminato. Inoltre, l’attuale contratto collettivo nazionale, di fatto necessita di norme adeguate per un regolare utilizzo dei medesimi contratti e per ridurre la precarietà.

È necessario prevedere una serie di regole che in determinate circostanze non solo limitino il ricorso a questi contratti, ma che consentano anche una loro stabilizzazione nel tempo.

Vanno altresì individuate norme contrattuali utili a limitare il turn-over dei lavoratori a termine attraverso l’esercizio del diritto di precedenza a parità di mansioni equivalenti. 

Va definita una percentuale massima di utilizzo, riferita ad ogni unità produttiva, per tutti i rapporti di lavoro non a tempo indeterminato e staff leasing. 

Viste le recenti modifiche legislative diventa indispensabile definire contrattualmente gli ambiti relativi alle «causali», le modalità e tempi di stabilizzazione nel caso di ricorso ai contratti a termine e/o somministrazione per periodi superiori ai 12 mesi. 

È inoltre necessario individuare percorsi di stabilizzazione al superamento dei 24 mesi di rapporto di lavoro per i lavoratori con contratti a tempo determinato, in somministrazione a tempo determinato e in staff leasing, anche nei casi di successione di contratti. 

L’utilizzo del contratto di staff leasing dovrà riguardare solo le più elevate qualifiche professionali e le attività non di carattere strutturale.  Estendere il diritto di informazione preventiva alle Rsu nel caso di non rinnovo dei contratti in essere, anche in caso di risoluzione anticipata della missione di somministrazione. Prevedere inoltre un’informativa in uno specifico incontro sulla prevenzione, salute e sicurezza, sulle Norme contrattuali e sindacali con il coinvolgimento di Rsu/Rls/Rspp, per i nuovi ingressi in azienda: apprendistato, tempi determinati, somministrazione a tempo determinato, staff leasing, Ptco, alternanza scuola lavoro, tirocini ecc. Rafforzare gli aspetti relativi al percorso di precedenza e di stabilizzazione delle altre tipologie contrattuali, precisando che l’attuazione del diritto di precedenza nei casi di assunzione a tempo determinato e a tempo indeterminato sia non solo a carico del lavoratore ma anche dell’azienda.

Quindi sicuramente risulta necessario normare un salario minimo, ma come mezzo per invalidare contratti pirata instaurati tra parti sociali (lavoratori e datoriali) che non si capisce chi o cosa rappresentino. Ma sicuramente è il combinato disposto normativo che nel tempo a deregolamentato il mercato del lavoro che va riformato.

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